Nei luoghi di lavoro, come del resto nel mondo in cui viviamo, i campi elettrici e magnetici sono sempre presenti e possono avere un'origine naturale (accumulo di cariche per un temporale, magnetismo terrestre) o artificiale (apparecchiature elettriche o i sistemi di distribuzione di energia elettrica). Lo sviluppo industriale e l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate ha prodotto negli ultimi anni un incremento notevole di campi elettromagnetici artificiali, rendendo quindi necessario studiarne gli effetti e regolamentarne l’esposizione per tutelare la salute dei lavoratori e della popolazione.
Grazie agli studi effettuati dell’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), basati sui più autorevoli risultati scientifici mondiali, è stato possibile l’elaborazione delle linee guida di esposizione ai campi elettromagnetici per evitare danni alla salute dei cittadini causati dall’inquinamento elettromagnetico. Le normative di riferimento per la sicurezza sul lavoro 2004/40/EU, 2008/46/CE e la più recente 2013/35/EU regolamentano l’esposizione ai campi elettromagnetici secondo le linee guida dell’ICNIRP.
Uno dei parametri da misurare secondo la vigente normativa sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori è il valore della corrente di contatto.
Un dispositivo con carcassa metallica immerso in un campo elettromagnetico può accumulare cariche elettriche. Se si entra in contatto con il predetto dispositivo senza una adeguata protezione, si rischia che le cariche elettriche dallo stesso accumulate si scarichino verso terra fluendo attraverso gli arti e il corpo. In questo caso le cariche elettriche presenti sul dispositivo immerso nel campo elettrico attraversando il corpo dell’operatore generano una corrente attraverso gli arti e una corrente di contatto. Anche un macchinario elettrico non opportunamente schermato (leggi anche schermatura elettromagnetica) emette onde elettromagnetiche e quindi il contatto senza una adeguata protezione, produce anche in questo caso il passaggio delle onde elettromagnetiche attraverso gli arti e il corpo dell’operatore generando una corrente di contatto.
Il reparto di ricerca e sviluppo dell’MPB, per permettere la misurazione della corrente di contatto tutelando il lavoratore esposto ai rischi, ha sviluppato il CCM (Contact Current Meter), semplificando notevolmente il compito degli addetti ai lavori. Tramite l’utilizzo di questo misuratore è possibile, nella massima sicurezza, acquisire il valore della corrente di contatto andando a completare il quadro di misurazioni richieste dalla normativa 2013/35/EU.
Il CCM permette di acquisire il valore della corrente di contatto in due modalità:
-modalità Ground
-modalità Hand
La prima modalità segue la normativa EN 50475 del CENELEC (European Committee for Electrotechnical Standardization).
Questa stabilisce che, dovendo misurare la corrente di contatto per valori superiori ai limiti imposti dalla tabella
ICNIRP 2008 e seguenti, è necessario effettuare la misura della corrente di contatto utilizzando un’impedenza standardizzata
e non è possibile effettuare la misura con il contatto diretto del corpo umano.
La seconda modalità invece, dopo aver appurato il livello non nocivo della corrente, permette la misura della corrente di contatto per interposizione del corpo umano e quindi con l’impedenza variabile dell’operatore che effettua la misura.
La misura che si ottiene con il CCM è il valore in mA della corrente di contatto oppure la percentuale rispetto al valore della norma sia per i lavoratori sia per la popolazione.
Grazie a questo misuratore è possibile verificare facilmente le correnti di contatto su macchinari industriali che lavorano a radiofrequenza in un range da 40 Hz a 110 MHz, assicurandosi quindi di seguire la normativa di sicurezza europea.
Per maggiori informazioni leggere le specifiche tecniche.